mercoledì 19 aprile 2017

apprendimento e memoria

L’apprendimento e la memoria sono tra i meccanismi cognitivi più studiati in psicologia generale e storicamente hanno un passato ‘sperimentale’ più solido e longevo. In entrambi i casi, la ritenzione e la gestione delle informazioni costituiscono dei passaggi fondamentali: ecco perché i più importanti paradigmi e scuole psicologiche le hanno trattate spesso in forma congiunta.


La memoria è la capacità del cervello di conservare informazioni, ovvero quella funzione psichica o mentale volta all'assimilazione, alla ritenzione e al richiamo, sotto forma di ricordo, di informazioni apprese durante l'esperienza o per via sensoriale. La memoria può essere trattata, in maniera complementare, studiando i processi neurofisiologici associati presenti nel cervello e quelli psicologici, cioè dal punto di vista soggettivo intrapersonale.
La memoria è presente, a vari livelli, in tutti gli esseri animali; la sua importanza primaria sta nel fatto che non esiste alcun tipo di azione o condotta senza memoria (ad esempio nella condotta sociale, oppure nei fenomeni di rinforzo nell'apprendimento animale). Si può considerare inoltre la memoria come una delle basi che rendono possibile la conoscenza umana e animale, proprio in virtù della capacità di apprendimento, assieme ad altre funzioni mentali quali elaborazione, ragionamentointuizionecoscienza.

I processi mnemonici fondamentali sono di tre tipi:


  • Acquisizione e codificazione: ricezione dello stimolo e traduzione in rappresentazione interna stabile e registrabile in memoria. Lavoro di categorizzazione ed etichettatura legato agli schemi e alle categorie preesistenti.
  • Ritenzione ed immagazzinamento: stabilizzazione dell'informazione in memoria e ritenzione dell'informazione stessa per un determinato lasso di tempo.
  • Recupero: riemersione a livello della consapevolezza dell'informazione precedentemente archiviata, mediante "richiamo" (recupero mnestico diretto, senza stimoli di facilitazione) o "riconoscimento" (procedura cognitivamente più semplice, in cui il recupero è mediato da uno stimolo associativo, per cui è sufficiente riconoscere l'elemento precedentemente codificato, presente all'interno di una serie di stimoli proposti).
  • La persistenza del ricordo.
  • Il tipo di informazioni memorizzate.


Si possono classificare i tipi di memoria in base ad almeno due criteri:
Dal punto di vista psicologico la memoria, detta anche funzione mnestica, non risulta necessariamente stabile a parità di contenuti o classi di stimoli ed è influenzata da elementi affettivi (come emozione e motivazione), oltre che da elementi riguardanti il tipo di informazione da ricordare. Questa funzione psichica si delinea dunque come un processo legato a molti fattori, sia cognitivi che emotivi, e come un processo eminentemente attivo (e quindi non, o almeno non solo, un processo automatico o incidentale). Il processo mnestico si configura dunque come un percorso dinamico di ricostruzione e connessione di rappresentazioni, piuttosto che come un semplice "immagazzinamento" di dati in uno spazio mentale statico.
Sigmund Freud connesse la dimenticanza e l'oblio ai meccanismi di difesa, quali la repressione e la rimozione, mettendo in evidenza il processo di allontanamento attivo dei contenuti minacciosi, che tendono a rimanere inconsci (ovvero, difficilmente recuperabili).

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